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 Il Cavolo Cappuccio 
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Iscritto il: sabato 12 aprile 2008, 21:37
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Località: provincia di Pavia
Cavolo cappuccio (Brassica oleracea L. var. capitata L.)

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In Italia il Cavolo cappuccio è coltivato in tutte le regioni anche se maggiormente nel centro-sud. Le regioni in cui è più diffusa la coltivazione sono: Puglia, Campania, Lazio, Calabria, e al Nord il Veneto.
Si differenzia dal cavolo verza per le foglie che sono lisce e mai bollose e per la parte edule (palla o testa o cappuccio) che è più compatta.
Le palle vengono consumate crude o cotte o servono a preparare il "cavolo acido" (o crauti), molto diffuso nel in Trentino e nel centro-nord Europa.

Esigenze pedoclimatiche
Sii adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché siano profondi, ben aerati e freschi, ben dotati di sostanza organica e con pH intorno alla neutralità. Preferisce climi temperato-freddi ed umidi, tollera il freddo ma non il gelo.
La coltura necessita di irrigazioni al trapianto e nella fase di ingrossamento della testa.
E' una coltura intercalare e lascia una buona fertilità residua sia per la notevole massa di residui colturali sia per il tipo di operazioni colturali richieste.

Varietà
Le cultivar di cavolo cappuccio possono essere classificate in vario modo a seconda del colore delle foglie (verdi e rosse), della destinazione del prodotto (consumo fresco e trasformazione industriale) ed in base al periodo di raccolta: primaverili-estive (precoci), autunnali (medio-tardive), invernali (tardive).
Oggi le cultivar più diffuse sono ibridi F1.

Tecnica colturale
La tecnica colturale più appropriata è il trapianto, che può essere eseguito con piantine a radice nuda allevate in semenzaio o con piantine con pane di terra allevate in contenitori alveolati.
La densità d'impianto è di circa 2-3 piante a metro quadrato. L'impianto è a fila semplice, con distanza tra le file pari a 60-80 cm per il cavolo cappuccio. Sulla fila, invece, le piante vanno distanziate: 40-70 cm.
La coltura si avvantaggia notevolmente della concimazione organica. Il cavolo cappuccio è una specie mediamente esigente in elementi nutritivi (particolare importanza è rivestita dal calcio).
Per il contenimento delle erbe infestanti si può ricorrere a sarchiatura, pacciamatura, irrigazione localizzata, oltre a una corretta rotazione colturale.

Raccolta
La raccolta deve avvenire quando la testa ha raggiunto le dimensioni desiderate, a 60-70 giorni dal trapianto nelle cultivar precoci, 70-90 nelle medio-precoci, oltre 90 giorni in quelle tardive. In ogni caso le teste devono essere ben compatte. Negli impianti per la produzione destinata all’industria la raccolta viene eseguita meccanicamente con una sola passata. Il cavolo cappuccio si adatta alla conservazione frigorifera.
La produzione varia tra 400 a 700 quintali ad ettaro, a seconda della cultivar, dell’epoca di coltivazione e delle condizioni pedoclimatiche.
Il cavolo cappuccio possiede un buon contenuto in sostanza secca (8-9%), in glucidi (4%), un basso valore energetico , un equilibrato contenuto vitaminico e un discreto contenuto in calcio, fosforo e potassio.

Tratto da : Agraria.org

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sabato 15 novembre 2008, 21:41
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